Le due tele di Specchia: intervista col prof. Giovanni Perdicchia

Intervista del 26 gennaio 2024 giorno mercoledi
Mi ritrovo a Specchia a incontrare l’amico e studioso Giovanni Perdicchia.
Visto l’interesse suscitato dall’acquisto dei preziosi dipinti mi viene spontaneo chiedere qualche informazione in più sulla storia delle due tele.
Giovanni: la storia è lunga da raccontare ma in breve dopo anni di ricerca sono risalito all’esistenza della quadreria che era presente nel castello Risolo. Grazie anche alla mediazione di Stefano Tanisi per poter aprire un dialogo con chi ha ereditato le opere.
Cosa rappresentano queste opere?
Le opere acquisite rappresentano “La cacciata dei mercanti dal tempio” ed il “Ritorno delle spie dalla terra Promessa”.
Qualcuno in passato ha mai accennato dell’esistenza di queste opere?
Certo, come ho già espresso nell’articolo specifico edito il 23/12/23 sul sito della fondazione terra d’otranto (https://www.fondazioneterradotranto.it/2023/12/23/due-preziosi-antichi-dipinti-per-il-patrimonio-di-specchia/ , N.d.r.) ne fanno cenno Cosimo De Giorgi che annoterà come opera del Vasari l’opera la Cacciata dei mercanti dal Tempio, mentre l’altra la cita come Terra Promessa e giudicata del Giordano; Pietro Marti cita genericamente allo stesso modo le due opere. Tutte due mettono in risalto l’importanza dei dipinti presenti nella quadreria, in effetti e da li che sono partito nello studio, constatando che della quadreria si era persa completamente la memoria.
Hai già un idea sugli autori delle due opere?
Allora, in base agli elementi raccolti fin’ora sull’opera la “Cacciata dei mercanti dal tempio”, non sembra del Vasari ma è assodata l’influenza dell’artista perchè, in effetti, è opera certa di un suo collaboratore è quindi sono risalito a Giovanni Battista Naldini, un pittore toscano di grande valore, che per esempio, ha lavorato insieme a Vasari in Palazzo Vecchio ed anche alla realizzazione degli affreschi della tomba di Michelangelo sempre a Firenze.  Ci sono numerosi dettagli formali o soggetti che si riscontrano nelle sue opere incredibilmente simili. Come il disegno a sanguigna con la figura reclinata in avanti attribuito allo stesso Naldini che è lo stesso modello per un soggetto dipinto in basso a destra nella tela di Specchia. Sia i soggetti che si ripetono in diverse opere, ma in una in particolare anche l’inquadratura e la scena architettonica del tempio è incredibilmente uguale. Detto ciò possiamo attribuire con certezza l’opera all’artista Giovanni Battista Naldini, detto Battista degli Innocenti, che è stato allievo del Pontormo e, come accennato, anche collaboratore del Vasari. (il tutto è specificato nella relazione depositata agli atti del comune dov’è consultabile in data 27/12/23).
Per quanto riguarda l’altra opera, quest’opera ha come soggetto  “Il ritorno delle spie dalla terra promessa” e racconta un episodio biblico della vita di Mosè. Anche questa è citata sia dal De Giorgi che dal Marti come opera raffigurante la “Terra Promessa” e “giudicandola del pittore napoletano Luca Giordano”. Ad una prima lettura non sembra opera del Giordano ma potrebbe riferirsi ad un allievo del seicento. L’opera dunque rappresenta Mosè ed il ritorno delle spie dalla terra promessa che trasportano il grappolo d’uva gigante. Secondo lo storico dell’arte Stefano Tanisi il dipinto potrebbe essere vicino ai modi del pittore Andrea Miglionico (1662-1705), morto in Puglia, nella cui regione ci ha lasciato diversi dipinti.
Ci sarà un evento per celebrare l’importante scoperta e acquisizione?
Tutto questo confluirà in una pubblicazione ed un evento che si terrà in accordo con l’amministrazione comunale.
(il tutto è specificato nelle relazioni depositate agli atti del comune dov’è consultabile in data 27/12/23 ed anche da delibera del 5/10/2023)

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